venerdì 4 gennaio 2013

In auto dal 2012 al 2013


In Italia c’è stato un crollo delle immatricolazioni auto nel 2012, il 19,87% in meno rispetto al 2011 
Per la Fiat c’è stata una riduzione secca delle vendite di automobili in Italia del 19,4% rispetto al 2011
 Certo c’è la crisi, gli italiani preferiscono tenersi la vecchia auto; ma c’è anche una saturazione del mercato e su strade di auto ce ne sono già tante.
 Se lo sguardo si allarga al mercato mondiale, la Fiat non si può lamentare: in Brasile nel 2012 Fiat ha superato il suo record storico di produzione con 838.219 immatricolazioni di automobili e veicoli commerciali leggeri, in crescita dell'11,1% rispetto all'anno precedente (754.276 unità) e una quota di mercato salita al 23,1% (dal 22% del 2011).
Il mercato dell’auto che flette in Italia e in Europa produrrà un boom nei cosiddetti paesi emergenti: Cina, India e Brasile. Le stesse macchine inquinanti andranno ad affollare tutto il pianeta.
 La Cina si avvia a superare l’Europa per la produzione di automobili,  il 2013 sarà l’anno del record cinese con 19,6 milioni contro 18,3 milioni di veicoli prodotti in Europa.
L’auto verde elettrica che doveva decollare è più lontana che mai, nessuna produzione di massa è in arrivo, i produttori non presentano progetti e i governi pare che ignorino il problema di sostituire le vecchie auto inquinanti. Un’auto elettrica che costa un po’ di più (almeno nella fase iniziale) e che è molto limitata nella velocità e nella ripresa non affascina i consumatori abituati alle prestazioni super. L’auto elettrica andrebbe ad imporre un ritmo di vita più calmo che viene rifiutato. Continuando così arriveremo in auto a benzina all’ultima fermata del pianeta.
04/01/13 francesco zaffuto
Immagine – la Fiat punto che ho comprato nell’anno 2011 e che  intendo tenermi per diversi anni (la cambierò se mi propongono qualcosa di veramente diverso oppure … a piedi)

4 commenti:

  1. La terrai a lungo, spero e credo.
    La storia dell'auto elettrica è singolare.
    La sua mancata diffusione non credo sia ascrivibile solo alle prestazioni sportive richieste dai consumatori.
    Per il lancio in grande stile dell'elettrico ci vorrebbe un contributo degli stati, un incentivo che spinga a sostituire. Ma la crisi economica non vuole investire soldi e preferisce continuare a produrre e vendere le auto a chi, come il Brasile, va incontro ad uno sviluppo economico in grande stile. Lì adesso sembra l'Italia degli anni 70 - 80.
    Da noi tutte ste auto non servono perché, crisi a parte, ne siamo letteralmente pieni. Come siamo pieni di tv lcd.
    S'erano fatti il conto che avremmo comprato 7 auto a testa e 3 tv in ogni stanza.
    Matti.

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  2. Non so se le auto elettriche sia la soluzione, tenendo conto che pure quelle debbono essere una volta riciclate... il fatto tragico è che con meno macchine vendute ne saranno costruite di meno!!! l'inizio del degrado del lavoro sempre più disoccupati!!!
    Tomaso

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  3. Alle grandi città metropolitane del mondo occorrono: servizi pubblici efficienti ed auto elettriche, per evitare che possano diventare l'inferno per i polmoni. Certo gli stati, come dice Gianni debbono fare la loro parte per avviare il nuovo sviluppo della produzione ecologica.
    Le preoccupazioni per il lavoro, avanzate da Tomaso, possono trovare migliori soluzioni con l'avvio di una nuova produzione di auto e mezzi pubblici ecologici; essendo nuovi prodotti per lungo tempo diventerebbero il traino per una nuova produzione.

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