giovedì 11 dicembre 2014

PATTEGGIAMENTO E BANDITI DI ROMA


L’Istituto giuridico del patteggiamento da anni fa strage della giustizia nel nostro paese. Sulla base di questo istituto chi si dichiara colpevole e accetta la pena ottiene un notevole sconto, un terzo della pena; chi si crede innocente e vuole un giusto processo rischia di pagarla cara,  se gli va male il processo paga al 100 per cento. Chi si dichiara subito colpevole è ben visto dallo Stato perché fa risparmiare tempo, chi rivendica la sua innocenza viene considerato come maggior colpevole.
 Il patteggiamento è  un istituto giuridico che va cancellato, è lontano dalla nostra Costituzione, ed è lontano anni luce da ogni minimo senso della giustizia e della parità di trattamento di fronte alla legge.

Parlando spigliatamente il Presidente Renzi ha recentemente detto: «Innalzeremo da quattro a sei anni la pena minima per la corruzione, non è pensabile che attraverso il patteggiamento uno se ne stia sempre fuori dalla galera. Che vuol dire? Che se hai rubato puoi patteggiare, ma un po' di carcere lo fai comunque».  A parte ogni considerazione sul linguaggio usato da Renzi, qualsiasi nuova norma viene ad essere applicata per tutti coloro che commetteranno reati dopo la nuova norma, quindi i banditi della Cupola di Roma sono esentati da tali aggravamenti di pena.

  Riguardo al patteggiamento Renzi non parla di una sua eliminazione, pare dia per scontato che trattasi di una buona idea quella di fare lo sconto a chi si dichiara colpevole.
 La nostra Costituzione nel suo articolo 111 dichiara:  Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge ne assicura la ragionevole durata.
  Accade però che  la ragionevole durata del processo nel nostro paese non è per niente ragionevole e si inventano istituti per aggirare il 111: un istituto è quello della prescrizione, passato un certo tempo il reato viene cancellato; un altro istituto è quello del patteggiamento.
 Vediamo come nasce l’istituto del Patteggiamento, i governi che l’hanno istituito e quelli che non si sono sognati di toglierlo o metterlo in discussione.
Nasce con il punto 45 dell'art. 2 della legge delega 16 febbraio 1987, n. 81
Chi governava a quella data? Secondo Governo Craxi (01.08.1986 - 17.04.1987)
Questa “bella pensata” del Governo Craxi era limitata a procedimenti penali con pene non superiori a due anni.
Ecco il comma 45) previsione che il pubblico ministero, con il consenso dell'imputato, ovvero l'imputato, con il consenso del pubblico ministero, possano chiedere al giudice, fino all'apertura del dibattimento, l'applicazione delle sanzioni sostitutive nei casi consentiti, o della pena detentiva irrogabile per il reato quando essa, tenuto conto delle circostanze e diminuita fino a un terzo, non superi due anni di reclusione o di arresto, soli o congiunti a pena pecuniaria …..
  I governi successivi non mettono  mano per togliere questo obbrobrio giuridico e ne sono passati tanti di governi: Fanfani, Goria, De Mita, Andreotti sesto e settimo, Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini, Prodi, D’Alema primo e secondo, Amato secondo, ….
Fino a arrivare a Berlusconi secondo che ha una “pensata super”: ALLARGARE IL PATTEGGIAMENTO A REATI CON PENE FINO A 5 ANNI, quindi a reati ben più gravi. Ed ecco viene varata la legge 12 giugno 2003, n. 134. A seguito di detta legge l’articolo 444 del Codice di procedura penale si legge in questo modo
Art. 444.
Applicazione della pena su richiesta.
1      L'imputato e il pubblico ministero possono chiedere al giudice l'applicazione, nella specie e nella misura indicata, di una sanzione sostitutiva o di una pena pecuniaria, diminuita fino a un terzo, ovvero di una pena detentiva quando questa, tenuto conto delle circostanze e diminuita fino a un terzo, non supera cinque anni soli o congiunti a pena pecuniaria.
  
Dopo questa “bellissima pensata” di “ampie vedute” di Berlusconi ci sono stati altri governi: Berlusconi terzo, Prodi secondo, Berlusconi quarto, Monti, Letta e ora Renzi.
Chi ha preparato il sacco di Roma sapeva bene che con il patteggiamento la pena si sarebbe alleggerita, che magari si riduceva a meno di due anni, che non si faceva galera, che un po’ di soldi si potevano ben seppellire da qualche parte e che alla fine li potevi godere.
Ora grande scandalo, tutti indignati: Renzi parla di misure pesanti ma che non possono applicarsi all’indietro per un principio generale del diritto;  Napolitano si indigna anche lui ma ci mette in guardia dall’antipolitica; ma l’antipolitica  in fin dei conti è quella che abbiamo avuto in questi anni (almeno a fare il conto dal  16 febbraio 1987).
11/12/14 francesco zaffuto

Immagine – due mani che in patto si avviano a stringersi  ….

Patteggiamenti famosi 
Quelli del Mose di Venezia


1 commento:

  1. Caro Francesco
    Sono d'accordo con te. Il patteggiamento va cancellato subito!
    Invece ti ringrazio per gli auguri di buone feste e ricambio a te e Famiglia.
    Stefano di Semplici Conversazioni

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