giovedì 26 marzo 2015

Incidente aereo e nuvole dall’alto

Quelle volte che prendo l’aereo e guardo dall’alto le nuvole mi viene da pensare che sono già in quello che si chiama Paradiso e  le indicazioni date dall’hostess per l’uso del salvagente mi sembrano paradossali.
 Cosa si pensa quando si sta precipitando? Credo sia inimmaginabile e tremendo.
  Quando si compra un biglietto aereo,  si pensa che le probabilità dell’incidente siano pochissime in rapporto alla quantità di voli e si parte dalla presunzione che non capiterà a te.
 Quando si aspetta una persona cara all’aeroporto una nascosta e sottile angoscia permane sempre, eviti di pensarla ma la senti sotto pelle.
  Ci sono già stati un paio di incidenti con scomparsa delle vittime nell’oceano, ma l’incidente dell'Airbus A320 in volo sulla tratta Barcellona-Dusseldorf, con le sue 150 vittime lacerate nello scontro con una montagna, lascia un segno molto più forte. 
 Si cerca una ragione e una causa: l’atto terroristico con un nemico da indicare toglierebbe dagli impicci la proprietà dell’aereo, il guasto tecnico porterebbe a una riflessione sulle responsabilità con riflessi economici notevoli, e gli equipaggi che volano ogni giorno danno qualche segno di forte preoccupazione.
 Dopo un po’ di tempo questa notizia sarà digerita e dimenticata come tutte le disgrazie che ci circondano e continueremo a vivere e a volare tra le nuvole come se nulla fosse accaduto. Ma una cosa ci preme in questo momento di ribadire: i viaggi low cost debbono garantire gli stessi livelli di sicurezza dei viaggi di linea e ogni forma di risparmio economico sulla sicurezza è un atto criminale.
26/03/15 francesco zaffuto
Aggiornamento
Si avanza l’ipotesi di suicidio-omicidio del copilota.  C’è qualcosa che non convince sulla condizione di solo al comando lasciata al copilota, c’è qualcosa che convince poco sulle procedure. E le procedure serviranno i voli del futuro e vanno chiarite.

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2015/03/24/un-airbus-della-german-wing-si-e-schiantato-nel-sud-della-francia_039dca3e-6b89-4b2d-a4de-ee11af0c7f8c.html

Aggiornamento 27/03/15
Qualcosa non andava nelle procedure
Lo schianto dell’A320 sulle Alpi francesi diventa un precedente per modificare le procedure. Si prende consapevolezza che il pilota non può essere lasciato mai solo.
Dall’ansa di oggi
Mai più uno solo in cabina, cambiano regole a bordo

Mai più meno di due persone in cabina di pilotaggio. Le compagnie aeree mondiali, con Alitalia, Air Canada, EasyJet e Norvegian a fare da apripista, cambiano le regole in 'cockpit', il ponte di comando degli aerei in cui d'ora in poi non potrà rimanere più un solo pilota. Le urla del comandante dell'A320 della Germanwings che rimbalzano dal 'voice recorder' della scatola nera esortando il co-pilota, rimasto solo in cabina, ad aprire quella porta bloccata, sono risuonate oggi come un ultimo disperato grido di aiuto. Ed hanno spinto già alcune compagnie (che è scontato saranno seguite a stretto giro dalle altre) a cambiare le regole. Spesso a ripristinarle, come il caso dell'Alitalia che, tra i primi vettori, in serata ha annunciato che d'ora in poi in cabina di pilota non potrà più rimanere un solo pilota. Si torna così alla regola che era già stata prevista dopo l'11 settembre quando, complici quei blitz dei terroristi-piloti-kamikaze che puntarono sulle Torri Gemelle, si decise di 'bloccare' le porte dei cockpit. Consentendo solo ai piloti, dall'interno, di sbloccarle. All'epoca la decisione fu di prevedere, appunto, la presenza - sempre - di due persone in cabina. Nel caso uno dei piloti si fosse dovuto allontanare, veniva richiesta la presenza di un membro dell'equipaggio per poter 'guardare dallo spioncino' e verificare chi chiedesse di entrare. Per aprire la porta, automaticamente, entro 30 secondi in caso non vi fossero motivi di allarme. Ma quella regola fu superata quando, grazie alla tecnologia, si ricorse a telecamere che potevano controllare chi chiedesse di entrare in cockpit: fu deciso che poteva rimanere anche un solo pilota, assistito dal circuito tv. Una regola che oggi - alla luce del caso Germanwings in cui si sospetta la volontà suicida del copilota - ha mostrato i suoi limiti. Il pilota fuori dal cockpit è sempre in possesso del codice di sblocco della porta di scurezza. Ma l'ufficiale di volo rimasto dentro può decidere deliberatamente di disattivare la procedura di apertura dall'esterno. Una procedura nata per la sicurezza (nel caso, ad esempio, in cui quello rimasto fuori sia sotto minaccia) che sul volo Barcellona-Dusseldorf ha trovato tutto il suo limite. E, siccome in aviazione sono 'i casi' a fare la giurisprudenza - spiegano gli esperti - la strage sulle Alpi francesi ha spinto a cambiare di nuovo le regole. "Il cockpit è in grado di ospitare tre piloti e non ci dovrebbe mai essere una situazione in cui vi è una sola persona in cabina di pilotaggio", ha spiegato oggi James Hall, ex presidente del National Transportation Safety Board.

Immagine: nuvole (da internet)

4 commenti:

  1. Quante riflessioni provoca questo tragico fatto. La manutenzione degli aerei, l'età, il compenso e l'esperienza dei piloti, la ragionevole sicurezza di chi viaggia, le attribuzioni delle responsabilità, i controlli..
    Ma basterebbe ci fosse una normale moralità a regolare ogni cosa...

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    1. è proprio la normale moralità di cui abbiamo bisogno, per non sentirci soli e non dover diffidare di tutto

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  2. Una mia amica, hostess di Iberia negli anni 70 e 80 , si rifiuta categoricamente di volare low cost proprio per motivi di sicurezza. Sono aerei vecchi destinati a precipitare checché ne dicano e non ultime le ragioni del profitto senza scrupoli.
    Io ho preso l'aereo una sola volta dopo aver fatto un'assicurazione sulla vita in caso di incidente aereo : mi mette molta paura questo mezzo di trasporto. Però trovarsi almeno una volta sopra le nuvole è un'esperienza che ne vale la pena.
    Un abbraccio, Nou.

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    1. mi è capitato spesso di volare low cost, e purtroppo lo fanno spesso i miei figli. Pensare che ti possano far correre un rischio maggiore perché sfiora l'assurdo, ma di crimini economici no ne mancano. Spero si vada a fondo su questa vicenda ed emerga "qualche" verità.

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