martedì 11 ottobre 2016

Onida ricorre contro il pacco referendario

non si tratta solo di un NO, si tratta di rifiutare il pacco referendario, così come è stato confezionato; ed il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida ha formulato due ricorsi: uno al TAR del Lazio  ed uno al Tribunale civile di Milano sollevando la necessità del rinvio alla Corte Costituzionale.

La motivazione centrale dell'azione riguarda il fatto che in un unico quesito vengono sottoposti all'elettore una pluralità di oggetti eterogenei.
 Nel ricorso al tribunale di Milano si chiede di accertare, in via d'urgenza, il diritto dei ricorrenti a votare al referendum costituzionale «su quesiti non eterogenei, a tutela della loro libertà di voto».
 Il ricorso al Tar fa leva anch'esso sul diritto di voto «in piena libertà, come richiesto dagli articoli 1 e 48 della Costituzione, è rivolto contro il decreto di indizione del referendum medesimo, in quanto ha recato la formulazione di un unico quesito, suscettibile di un'unica risposta affermativa o negativa, pur essendo il contenuto della legge sottoposta al voto plurimo ed eterogeneo».

Per questo si chiede l'annullamento, previa sospensione, del decreto del Presidente della Repubblica di indizione del referendum e di «ogni altro atto preliminare, connesso o conseguenziale».


 La scelta fatta da Onida sta nell’ottica del pieno esercizio della democrazia referendaria ed è un rifiuto della logica plebiscitaria con cui è stato istituito questo referendum. Questo blog si era già espresso su queste motivazioni, in un post del 4 maggio 2016


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